Intelligenza artificiale: l’Università di Sassari partecipa al progetto ALOHA

SASSARI. L’Università degli Studi di Sassari partecipa al progetto ALOHA, guidato dall’Università degli Studi di Cagliari e finalizzato all’introduzione dell’intelligenza artificiale basata sul “deep learning” in tutti i dispositivi elettronici che fanno parte della nostra vita. Francesca Palumbo, ricercatrice dell’Ateneo di Sassari (coordinatrice del progetto Cerbero (https://www.uniss.it/uniss-comunica/unisspress/cerbero-dalloceano-allo-spazio-oggetti-intelligenti-tra-robotica-e-automotive) è a Cagliari assieme a Luca Pulina per partecipare al meeting di avvio del progetto (25-26 gennaio). Coordinato dal ricercatore di Cagliari Paolo Meloni, ALOHA (Software framework for runtime-Adaptive and secure deep Learning On Heterogeneous Architectures) è finanziato dall’ Unione europea nell’ambito del programma Horizon 2020 per un importo complessivo di 6 milioni di euro.

 

“Scopo del progetto è la creazione di sistemi cognitivi in grado di emulare il comportamento del cervello umano, al punto da poter decidere autonomamente – spiega Francesca Palumbo, chiamata a collaborare alla definizione e realizzazione della proposta – Questi sistemi devono essere preventivamente addestrati per compiere delle specifiche azioni, come il riconoscimento di comandi vocali o di oggetti, per poi poter agire in completa autonomia e senza nessun ausilio di un operatore, a prescindere dal soggetto con cui stanno interagendo, che a seconda del comportamento richiesto può essere una persona, un video o un’immagine”.

 

In collaborazione con l’Università di Cagliari e con STMicroelectronics, l’Università di Sassari lavorerà sull’implementazione fisica del sistema, al fine di trasferire gli algoritmi in hardware. “Il grande obiettivo in questo senso è semplificare questo passaggio attraverso degli strumenti automatici e ottimizzare le prestazioni in particolare minimizzando la potenza – continua Francesca Palumbo – Portare la complessità del cervello umano e dei suoi processi su un sistema fisico richiede molta potenza di calcolo che consuma molta energia. E’ questo quindi il principale problema da risolvere”. Senza questo passaggio non si potrà compiere lo step successivo, superando l’attuale modello di sviluppo che, per intenderci, è esemplificato dal tipo di intelligenza artificiale che sperimentiamo con gli assistenti virtuali presenti su alcuni smartphone che hanno bisogno di una rete dati per funzionare essendo la computazione effettuata su cloud e non in locale. “Noi ci prefiggiamo la delineare la strada per la progettazione di sistemi intelligenti realmente a portata di mano e disponibili in qualsiasi situazione, che siano connessi a una rete o no” – conclude Francesca Palumbo.
L’Università di Sassari quindi continua il percorso iniziato lo scorso anno con CERBERO verso la definizione di sistemi sempre più ingegneristicamente complessi, ma al contempo parte integrante della nostra futura quotidianità. La scienza è pronta ad andare avanti e ad ottenere dai device elettronici prestazioni molto più avanzate e in grado di incidere profondamente sulla vita di tutti i giorni: fuori dal cloud computing e dentro i dispositivi medici o i sensori industriali, le intelligenze artificiali saranno in grado di apprendere autonomamente, auto-correggersi e agire.

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