I segreti di Twin Peaks. Genesi e consacrazione della serie TV per eccellenza

La nascita del progetto Twin Peaks: Lynch e Frost

Con Twin Peaks, David Lynch si trova finalmente alle prese con un progetto di lungo corso (30 puntate per due stagioni) e non esauribile nella durata di un lungometraggio. La più lunga pellicola, fino al 1990, del cineasta di Missoula era Dune (137 min.), adattamento del romanzo di Frank Herbert, uscito nelle sale nel 1984.

All’origine della nascita di Twin Peaks e, dunque, dell’approccio fra il controverso cineasta e il mezzo televisivo, c’è Tony Krantz. Agente in questi anni di Lynch, si convinse della validità di un progetto come questo, specialmente dopo il successo di Velluto Blu (1986), ma grazie all’incontro con Mark Frost, sceneggiatore per la televisione, la serie prese vita.

Frost e Lynch cominciarono la loro collaborazione nel 1986, elaborando, fino all’uscita di Twin Peaks nel 1990, vari progetti che naufragarono, ma che meritano menzione, in quanto formano una sorta di sostrato della serie TV.

Si parte con The Lemurians, la cui premessa è che, sebbene Lemuria sia crollata in tempi oltremodo remoti, la natura dei suoi abitanti si sia preservata, fino a riemergere dal fondo dell’Oceano Pacifico e rappresentare una minaccia concreta per il mondo contemporaneo. L’idea però non è di gradimento del network televisivo NBC, che opera una stroncatura senza diritto di replica.

Altro progetto incompiuto è Goddess, film dedicato alla vita di Marilyn Monroe, denso di teorie della cospirazione riguardanti la famiglia e l’omicidio Kennedy. Dopo poco Lynch si stanca di lavorarci, poiché scarsamente interessato ad eventi realmente accaduti. È qui evidente la ripercussione sul personaggio di Laura Palmer, l’eroina tossicodipendente e amante del sesso, il cui cadavere ci viene presentato all’inizio dell’episodio pilota (S01e01 Pilota/Passaggio a Nord-Ovest), di un’icona dello star system come Marilyn Monroe.

Infine si può ricordare One Saliva Bubble, altra commedia mai realizzata. Questa avrebbe dovuto raccontare di una misteriosa bolla elettrica emessa da un computer che si leva sopra una cittadina del Kansas. Questa bolla ha la capacità di condizionare le personalità degli abitanti, stravolgendo radicalmente le loro azioni e ottundendo le loro menti. Questa matrice distopica la ritroveremo anche nella città immaginaria di Twin Peaks, di cui però si parlerà più approfonditamente in seguito.

L’universo Twin Peaks

Twin Peaks si presenta come una serie multiforme, in quanto strizza l’occhio ai codici più disparati. Possiamo partire da quelli della soap opera, mutuati –  e deformati – per stessa ammissione di Lynch e Frost, da Peyton Place. Una soap opera ideata da Grace Metalious e trasmessa dalla ABC dal 15 settembre 1964 fino al 2 giugno 1969. Si tratta della prima soap opera di prima serata, antecedente agli exploit di Dallas, Dinasty e Falcon Crest, uscite fra anni ’70 e ’80.

Dopo aver guardato tutti gli episodi di Peyton Place, Lynch e Frost stendono una vera e propria mappa della città che avrebbe ospitato la storia: una segheria nei pressi del centro urbano, un hotel e un ristorante come luoghi di vero e proprio ritrovo per i personaggi. A questo punto è partorita l’idea della classica “ragazza della porta accanto” morta in circostanze misteriose. Fin dai primi minuti ci si presenta un intricato enigma poliziesco dalle tinte oscure, corroborato da robuste pennellate fantastiche. Queste ben si sposano con l’atmosfera onirica – uno degli elementi contraddistintivi del noir – che spesso è preponderante all’interno della narrazione.

La lunghezza della serie si rivela fondamentale: Lynch ha la possibilità di creare un mondo a sé stante, che deve rendere conto solo al proprio microcosmo. Il cineasta ottiene tutto quello che non era riuscito a estrinsecare con Dune: caricare di una forte connotazione mitologica la serie, inscrivendola all’interno del mondo contemporaneo e rendendo maggiormente accessibili e avvincenti i contorni esoterici. Lynch e Frost, infatti, possono essere considerati due ferventi esoteristi: il primo fortemente legato alla meditazione trascendentale e al pensiero orientale, di cui parla dettagliatamente nel libro In acque profonde, mentre il secondo alla teosofia di Helena Blavatsky. Il mondo ideato dai due autori ha ottenuto vita propria anche grazie alle singole creazioni all’interno dell’opera, le quali hanno portato a inevitabili quesiti riguardanti: la natura di BOB e delle altre entità sovrannaturali,  la Loggia Nera, luogo totalmente acronico e denso di enigmi metafisici, oppure la controversa garmonbozia.

«Diane, 11:30 di mattina del 24 febbraio…»

Per quanto impossibile delineare tutti i contorni della serie che, dalla seconda stagione (S02e08 Legge arbitraria), cambierà totalmente obiettivo, dipanandosi su più livelli, si può dare una panoramica dell’intreccio seguendo alcune linee guida. La storia si sviluppa intorno all’inchiesta sull’omicidio di Laura Palmer condotta dall’agente speciale Dale Cooper. La figura predominante è indubbiamente lui, poliziotto del Bureau interpretato da Kyle MacLachlan, uomo irreprensibile che registra puntualmente ogni sua attività, dubbio o sogno. Si tratta dell’unico personaggio non appartenente alla comunità di Twin Peaks, dunque un forestiero che riesce, seppur lentamente, a integrarsi all’interno di un universo altro. È lui attraverso il quale, da un certo momento in poi, passeranno tutti gli intrighi e gli enigmi più irrisolvibili: è l’unico capace di creare un ponte con la Loggia Nera, luogo in cui regna un nano inquietante e, talvolta, dimora lo spirito di Laura Palmer.

Attorno a Cooper gravitano numerosi altri personaggi, come vuole il regime soap-operistico, quali: lo sceriffo Harry Truman, innamorato della direttrice della segheria, Josie Packard, la segretaria Lucy Moran, accumulatrice di informazioni fino all’esasperazione, l’aiuto-sceriffo Andy Brennan, il cui carattere debole ci è presentato fin dal ritrovamento del cadavere di Laura. Altri “uomini di legge” sono Albert Rosenfield, esperto di medicina legale interpretato dal compianto Miguel Ferrer, e Gordon Cole, il sordo superiore di Cooper, interpretato con una forte carica ironica dallo stesso Lynch. Abbiamo anche i compagni di liceo che ruotavano attorno a Laura Palmer: Bobby Briggs, suo fidanzato, Donna Hayward, sua migliore amica, James Hurley, l’amante segreto, e Audrey Horne, figlia di Benjamin Horne, businessman  proprietario del Great Northern Hotel. I giovani formano un gruppo fortemente omogeneo. Questa omogeneità è probabilmente data da una forma di tipizzazione che li rende somiglianti e inequivocabilmente erotizzati. La serie è popolata da altri eccentrici personaggi come: la Signora ceppo, donna che vaga per la città con un ceppo dicendo che quest’ultimo avrà da dire la sua in merito all’omicidio, oppure Nadine Hurley, che porta una benda su un occhio e che regredirà ad uno stato adolescenziale in seguito ad un trauma, o, ancora, Leo Johnson, marito violento e inquietante di Shelley Johnson.

«Ci rivedremo tra 25 anni.»: Twin Peaks sugli altri

Con questa frase Laura Palmer apostrofa l’agente Cooper in uno dei loro incontri nella Loggia Nera. Sono passati 25 anni e, sì, Dale Cooper incontrerà nuovamente Laura Palmer (?)… Il 6 ottobre 2014 Showtime parlò di una miniserie in nove parti, ma in seguito si decise di estenderla a 18 episodi, il cui debutto televisivo è stato fissato al 21 maggio 2017. Non si tratta di un remake o di un reboot, ma si riprenderà esattamente dove ci si è lasciati.

Come detto, sono passati 25 anni e la serialità televisiva si è profondamente modificata. Ora il procedere delle puntate ha lo scopo di creare una sorta di mitologia all’interno della serie, la quale consente allo spettatore di riconoscere elementi ricorrenti che diventano struttura fissa. Nel corso degli anni ’90, appunto dopo Twin Peaks, sono state create altre serie come X-Files: questa comprende un’intricata cospirazione aliena, le specie diverse di extraterrestri e l’invasione prossima. In questo caso la mitologia concepita da Chris Carter va a pescare nelle credenze ufologiche contemporanee. Proseguendo negli anni si può citare Lost, anche’essa dotata della propria mitologia, rappresentata dall’isola misteriosa e da una struttura a puzzle, che mette in primo piano la narrazione.

Dopo tutto questo tempo Lynch si confronta con quella che non è stata una parentesi, ma una fra le opere maggiori della sua carriera. Il risultato non è prevedibile, ma a prescindere dagli esiti a cui la serie potrà arrivare, resterà interessante vedere un Lynch slegato da vincoli e in grado di poter esprimere la propria creatività nella più totale libertà.

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